Alcuni intermediari usano allettare la clientela con l’offerta di commissioni di negoziazioni stracciate
ma non sempre è tutto oro quel che luccica: talvolta lo sconto viene bilanciato da una miriade di costi
relativi al mantenimento del conto e dall’assenza di servizi, quali il reinvestimento gratuito dei dividendi.
Il più delle volte, inoltre, il risparmio sulle transazioni è solo apparente
in quanto gli ordini della clientela non vengono eseguiti in mercati regolamentati,
ma su circuiti privati di negoziazione elettronica chiamati ECNs.
Dal momento che oltre 9 volte su 10 il miglior prezzo, di acquisto o di vendita, viene realizzato negli Stock Exchange
come il NYSE che usano il sistema dell’Agency Auction Market, e che persino il Nasdaq risulta più competitivo degli ECNs,
non si capisce la ragione dell’esistenza di tali circuiti.
Gli intermediari americani, infatti, sono obbigati per regolamento a eseguire sempre gli ordini al miglior prezzo
in qualsiasi mercato questo sia presente salvo diversa espressa volontà da parte del committente.
Vi sono però intermediari non americani, e quindi non sottoposti a questa regola, che reclamizzano
commissioni di negoziazione a prezzi stracciati, in quanto eseguono i vostri ordini direttamente negli ECNs.
Con il bel risultato che voi risparmiate qualche dollaro in termini di commissioni,
ma ne perdete decine o centinaia in termini di prezzo pagato o ricavato.
Di fatto, a mercati aperti, gli ECNs possono funzionare solamente come circuiti nei quali i dealers hanno la possibilità di soddifare al peggior prezzo gli ordini della clientela, intervenendo in diretta contropartita con operazioni uguali e contrarie. Niente da dire, fa parte del loro lavoro guadagnare denaro a questo modo. Ed in un mercato libero come quello americano c’è posto per tutti, anche per quelli contenti di essere serviti al peggior prezzo.
L’importanza delle commissioni e dei costi varia a seconda del modus operandi di chi interviene sul mercato. Fermo restando l’interesse comune ad ottenere in ogni caso il miglior prezzo,
diversa è nella scelta del broker la rilevanza del costo del servizio offerto .
Per l’investitore statico,
che segue una strategia Buy and Hold
il costo delle commissioni è un fattore relativo, dato il limitatissimo numero di transazioni annuali.
Più importante è infatti l’assenza di costi di mantenimento del conto ed i servizi offerti,
come ad esempio il reinvestimento gratuito dei dividendi.
Per l’investitore dinamico,
che segue l’andamento del mercato con distacco, pronto però a cogliere occasioni favorevoli,
le commissioni rappresentano un elemento importante ma non essenziale nella scelta dell’intermediario.
Anche in questo caso, l’assenza di costi di mantenimento del conto ed i servizi offerti,
come ad esempio il reinvestimento gratuito dei dividendi, sono fattori rilevanti.
Per gli speculatori ed i giocatori dediti al Day Trading,
che sono capaci di effettuare innumerevoli compravendite in un arco temporale ristretto,
il basso costo delle transazioni diviene un fattore determinante.
Mentre passa in secondo piano tutto il resto.