Se un commerciante consiglia l’acquisto di una merce al posto di un’altra,
persegue naturalmente il proprio interesse:
questa è una verità lapalissiana.
Nella maggior parte dei casi, propone articoli sui quali il suo margine di guadagno è più elevato,
merce difficile vendere, fondi di magazzino o prodotti deperibili prossimi alla scadenza.
Tutto normale, fa parte delle regole di un gioco che conosce bene anche il cliente.
Quando un intermediario consiglia una determinata operazione finanziaria,
accade invece che il cliente sia portato a credere di trovarsi di fronte ad un professionista
che, come nel caso del medico o dell’avvocato, abbia interesse solo al suo successo.
Questo è vero solo nel caso che l’intermediario sia un broker
che non può acquistare o vendere in proprio,
ma deve operare esclusivamente come agente per conto dei clienti,
eseguendo i loro ordini di acquisto e di vendita alle condizioni più vantaggiose del momento.
Mentre nel caso che l’intermediario sia un dealer,
è bene sapere che questi agisce come un vero e proprio commerciante all’ingrosso,
traendo profitto dalla vendita a piccoli investitori di titoli del proprio portafoglio,
comperati da istituzioni ovvero da altri piccoli investitori a condizioni più vantaggiose.
La clientela privata, però, spesso questo lo ignora:
considera il dealer un professionista e conseguentemente ripone in lui una fiducia
che non si sognerebbe mai – per esempio – di accordare ad un rivenditore di auto usate.
Gli intermediari che negli ultimi anni hanno rifilato veri e propri bidoni alla clientela
(Worldcom, Argentina, Parmalat solo per fare alcuni esempi)
erano dealer che si trovavano sullo stomaco pezzi di carta privi di valore.
Un broker difficilmente avrebbe consigliato simili investimenti ad una clientela
del tutto ignara dei rischi che andava assumendosi.
Il broker è un professionista, non un commerciante di titoli.
Tanto per aumentare un po’ la confusione, va detto che la clientela privata
si trova quasi sempre ad operare con una figura ibrida di intermediario
che agisce sia come broker che come dealer: il broker-dealer.
Ragion per cui, l’unica difesa è quella di non accettare consigli di acquisto o di vendita
da soggetti che potrebbero essere interessati ad agire in maniera eguale e contraria,
guadagnando in tal modo due volte: sia con la commissione da broker che con la compravendita di titoli.
D’altra parte, nessuno sa come andrà il mercato nei prossimi minuti, giorni, mesi ed anni,
e se qualcuno dice di saperlo è uno stupido oppure un imbroglione.
Meglio quindi affidarsi al buon senso ed imparare a decidere da soli,
usando il broker- dealer soltanto come broker
e rifuggendo le offerte “speciali”.
Come ben sa chi ha letto la nostra filosofia e le nostre scelte,
aiutare i lettori a decidere da soli è la principale finalità di questo sito.
Naturalmente, per decidere da soli, per prima cosa
bisogna conoscere il proprio grado di accettazione del rischio,
studiare un poco i meccanismi del mercato
e quindi effettuare la scelta del broker.